Accogliere Gesù
Tutti coloro
che hanno ricevuto una vita nuova in Gesù Cristo possiedono la cittadinanza
celeste e, di conseguenza, sono diventati stranieri in questo mondo.
Sono
pellegrini di passaggio e aspirano alla patria eterna dove il Signore li
attende.
Un tempo
anche Lui era qui, tra di noi, mandato dal Padre per riscattare l'umanità
perduta.
Il Vangelo di
Giovanni ci riporta così: "La vera luce che illumina ogni uomo veniva nel
mondo.
Egli era nel mondo; e il mondo fu fatto per mezzo di Lui, ma il mondo non l'ha conosciuto" (1, 9-10)
Continuando a leggere il seguito del passo, ci scontriamo con qualcosa di completamente fuori dalla norma: "E' venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto" (Giovanni 1:11).
Egli era nel mondo; e il mondo fu fatto per mezzo di Lui, ma il mondo non l'ha conosciuto" (1, 9-10)
Continuando a leggere il seguito del passo, ci scontriamo con qualcosa di completamente fuori dalla norma: "E' venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto" (Giovanni 1:11).
In tutte le
culture del mondo, il rientrare a casa, a casa propria, è generalmente sempre
vincolato al calore famigliare, alla sicurezza, all'amore e all'affetto. Gesù,
però, non fu accolto così, e questo proprio "in casa sua".
Era venuto
nel mondo, creato da Lui stesso, in mezzo al suo popolo eletto, Israele. Tutta
la Legge, la religione e la tradizione di quella nazione si protraeva verso il
Messia che attendevano. Adesso che è arrivato, non lo riconoscono, non lo
ricevono, anzi, lo rifiutano.
Infatti, il
suo parlare è "nuovo", estraneo alla dottrina abituale. Il suo agire
mette in crisi i devoti e i capi religiosi. Questo "straniero"
meraviglia e fa arrabbiare.
Ma come è accolto ai nostri tempi il Signore Gesù?
Che cosa
impedisce all'uomo moderno di ricevere Gesù nella propria vita?
Un'immagine
distorta della sua persona, della sua divinità e della sua opera di salvezza si
è insinuata nelle menti e nei cuori. Gesù è per molti ancora uno straniero.
Il Vangelo di
Giovanni continua: "Ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto, Egli ha dato
il diritto di diventare figli di Dio, a quelli, cioè, che credono nel suo Nome,
i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo,
ma sono nati da Dio" (Gv 1, 12-13).
Alcuni sono
nati in seno a una comunità cristiana e, così, per tradizione, fanno parte
della Chiesa. Si sente dire: "Siamo sempre stati una famiglia
cristiana...", ma dov'è la relazione intima e personale con Gesù?
Altri si sono
fatti convincere sotto l'impulso emotivo in una particolare occasione ad
accettare Gesù per alzata di mano, ma passata l'euforia del momento ritornano
nella loro vita di sempre.
I più
intenzionati si sono voluti impegnare con i loro studi di teologia e conoscenza
delle dottrine cristiane, tanto che il loro sapere è ammirato e richiesto, ma è
Gesù veramente nei loro cuori?
Sono nati da
Dio solo quelli che hanno ricevuto, accolto Gesù nei loro cuori, così come ci
viene offerto da Dio, dopo
un vero pentimento e ravvedimento, perché Dio,
che scruta i cuori, vede quali sono le nostre intenzioni e le nostre
motivazioni.
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